Come parlare in pubblico con successo?
Dobbiamo concentrarci e prepararci sui punti focali.
Vi riporto di seguito i punti focali che permettono di fare la differenza nell'arte oratoria.
LO SPAZIO = conoscere lo spazio fisico in
cui si va a parlare (dare l’idea al gruppo di conoscere molto bene
lo spazio e di sapercisi muovere rapidamente). Arrivare prima della
lezione, per ispezionare l’ambiente.
IL TEMPO = la componente spazio –
temporale va gestita bene; sapere esattamente per quanto tempo si
deve parlare di ogni argomento.
IL GUSTO A PARLARE = per parlare ad un
gruppo bisogna avere il gusto di parlare ad un gruppo di persone, mai
sminuire quello che si dice (ad es. “Vi dirò una cosina…”).
Pensare che si sa quello che si vuole dire e che si ha piacere a
parlare alle persone. Essere protagonisti con il piacere di quello
che si dice; non badare troppo al contenuto, ma conoscere molto bene
la materia, per spiegarla con semplicità (con metafore), a chi non
la conosce.
CONOSCERE BENE LA MATERIA = si deve
conoscere bene la materia, mai scriversi cosa si deve dire e poi
leggere; una traccia può andare bene, ma poi andare a braccio.
METAFORE SPICCIOLE = dire tutto quello che
viene in mente, inerente l’argomento, magari con riferimenti al
tempo e al luogo in cui si è; in questo modo si dà l’impressione
di sapere molto bene la propria materia.
LASCIARE DEI SOSPESI = non dire mai tutto, lasciare dei sospesi che creino un’attesa nelle persone.
USARE SPAZI FISICI = per dare dei concetti
base, usare spazi fisici ben definiti e non scambiarli mai tra di
loro, per non creare confusione nell’uditorio (ad es. a destra
dell’aula dico le cose che vanno bene, a sinistra dell’aula le
cose che non vanno o che vanno cambiate – riunione aziendale o
scolaresca).
MUOVERSI NELLO SPAZIO = usare gli spazi, i
tempi, le pause e cambiare i toni della voce.
NON SOTTOVALUTARE GLI UDITORI = partire dal
presupposto che le persone che ci stanno davanti sono molto più
intelligenti di quel che sembrano, attuare la sospensione di
giudizio.
ALTERNANZA DEGLI EMISFERI = da una parte
dell’aula si può parlare all’emisfero razionale, dall’altra
all’emisfero emotivo (si può anche dividersi queste parti, se si
parla in due). L’importante è avere le idee ben chiare, essendosi
allenati a parlare ed avendo il senso di essere adeguati in quello
che si fa. Un buon insegnante è quello che ha avuto difficoltà ad
arrivare dov’è; quando si pensa di avere dei limiti è il momento
in cui vengono fuori delle opportunità e possibilità. Se si parte
dai propri limiti , si ha l’occasione di creare qualcosa di diverso
dagli altri. Se si parte dagli stereotipi, dall’ovvio, si hanno
seri limiti, soprattutto con l’ipnosi (ad es. una donna dichiara di
avere una voce maschile, che non le piace: può adoperarla e
modularla in un modo molto produttivo e piacevole per chi ascolta,
basta lavorarci).
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